Il 28 marzo Hervé Barmasse, Matteo Bernasconi, Lorenzo Lanfranchi e Giovanni Ongaro hanno salito una nuova via di ghiaccio e misto sull’inviolata (grandiosa e patagonica) nord del San Lorenzo chiudendo così con un successo il progetto UP Trip Two Patagonia.
Il 28 marzo Hervé Barmasse, Matteo Bernasconi, Lorenzo Lanfranchi e Giovanni Ongaro hanno salito una nuova via di ghiaccio e misto sull’inviolata (grandiosa e patagonica) nord del San Lorenzo chiudendo così con un successo il progetto UP Trip Two Patagonia.
Il quartetto, che mirava alla prima salita della straordinaria parete Nordest della seconda vetta per altezza delle Ande Patagoniche, non si è demoralizzato quando ha dovuto constatare le pessime condizioni che rendevano impraticabile quel “problema” ancora aperto dell’alpinismo patagonico. Così, facendo di necessità virtù, il team ha cercato e trovato un’altra possibilità di salita sulla vicina parete nord. L’opportunità era evidente: un gran canale di neve iniziale che conduce ad una difficile goulotte ad “esse” per poi accedere al lato destro del fungo di ghiaccio sommitale.
Detto fatto, Barmasse, Bernasconi, Lanfranchi e Ongaro hanno saputo aspettare il momento giusto. Hanno fatto i conti, tra una perturbazione e l’altra, con l’avanzare dell’autunno patagonico e poi, lunedì 27 marzo, con tempo davvero incerto, sono partiti per la loro grotta di ghiaccio precedentemente costruita ai piedi della parete. E anche qui non si sono lasciati “smontare”: la loro “cueva”, infatti, era irreperibile e hanno dovuto scavarne lì per lì un’altra.
Alle 6 del 28 marzo si parte. Il cielo è coperto ma non importa. 7 ore per superare il canale, a cui segue il delicato e difficile clou a “esse” della sinuosa goulotte e quindi il fungo sommitale. Alle 16,00, tutti sono in vetta del colosso della Patagonia. Poi, giù per la stessa via di salita e alle 23,00 è tutto finito nella “cueva” (questa volta) ritrovata.
Così, con un raid stile “colpo di mano”, UP Trip Two Patagonia, il secondo progetto di Up project in Patagonia, è andato in porto con una nuova via e con una delle (poche) vette sul San Lorenzo.
Il San Lorenzo descritto da Luca Maspes (spedizione 2002)
Il Monte San Lorenzo si presenta con una manciata d’aggettivi ai quali risultava facile aggiungervi dei superlativi: alto, largo, complesso, inafferrabile. Una sorta di colosso himalaiano formato 2×10 km, pesantemente adagiato in una catena montuosa dove la quota rimane il più insignificante dei problemi che si pongono davanti ai suoi pretendenti…
UP TRIP TWO – PATAGONIA 2006
www.montagna.tv (progetto, team, diario e comunicati dalla Patagonia)
in collaborazione con: EV-K2 CNR – FERRINO – MICO – GRIVEL – MATT
Nelle foto il San Lorenzo (arch. D. Fregona)
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